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Papa Francesco domani riceve Tsipras
ROMA, 17 SET – Alexis Tsipras, leader del partito di sinistra Syriza, principale forza di opposizione in Grecia, verrà ricevuto domani da Papa Francesco in Vaticano. Lo riferiscono i media greci, affermando che il colloquio toccherà temi quali giustizia sociale, disoccupazione, immigrazione e la crisi in Medio Oriente.
Tsipras, secondo la stampa, sarà accompagnato dal portavoce del partito Panos Skourletis e da Walter Baier, coordinatore della rete europea per il pensiero alternativo ed il dialogo politico ‘Transform!’.
Il quotidiano Kathimerini online, nel riportare la notizia, ricorda come il Pontefice affronti frequentemente il tema della povertà nei suoi interventi.
Tsipras – che ha ripetutamente detto di non essere religioso – ha suscitato polemiche in Grecia quando in agosto ha visitato la ‘repubblica teocratica’ di Monte Athos, la comunità monastica ortodossa autonoma nel nord della Grecia, un passo che secondo molti commentatori intende aumentare il consenso del partito presso gli elettori più…
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Fidel Castro: Riflessioni sull’attualità
di Fidel Castro Ruz
La società mondiale non conosce tregua negli ultimi anni, in particolar modo da quando la Comunità economica europea, sotto la direzione ferrea ed incondizionata degli USA, ha ritenuto che era giunta l’ora di fare i conti con ciò che restava di due grandi nazioni che, ispirate alle idee di Marx, avevano compiuto la prodezza di porre fine all’ordine coloniale ed imperialista imposto al mondo da Europa e Stati Uniti.
Nella vecchia Russia cominciò una rivoluzione che commosse il mondo.
Ci si attendeva che la prima grande rivoluzione socialista si sarebbe verificata nei paesi più industrializzati d’Europa, come Inghilterra, Francia, Germania ed Impero austroungarico. Questa, senza dubbio, ebbe luogo in Russia, il cui territorio si estendeva in Asia, dal nord Europa sino al sud dell’Alaska, che era stato anche un territorio zarista, venduto per qualche dollaro al paese che sarebbe stato successivamente il più interessato ad attaccare…
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Recessione è…
Spiegatela al premier.
Che cos’è la recessione (in prosa).
Signora libertà,signorina anarchia
Recessione è l’inconsapevolezza di essere storia.
Recessione è l’economia trasformata in un concetto astratto.
Recessione è il denaro padrone.
Recessione è la cultura ritenuta fastidiosa.
Recessione è la tecnologia che appiattisce il sapere.
Recessione è la quotidiana guerra fratricida.
Recessione è considerare i morti un numero.
Recessione è la religione gerarchica.
Recessione è l’evasione dai propri doveri di cittadino.
Recessione è quando destra e sinistra non esistono più.
Recessione è il malaffare che continua a legiferare.
Recessione è la morte osservata comodamente sul divano.
Recessione è il consumo diventato l’unico nostro desiderio.
Recessione è il libro ritenuto uno strumento pericoloso.
Recessione è il voto cittadino non rispettato.
Recessione è l’assenza di meritocrazia.
Recessione è l’opinione giudicata reato.
Recessione è il silenzio protagonista.
Recessione è il cinismo.
Recessione è mancanza di curiosità.
Recessione è mancanza di entusiasmo.
Recessione è smettere di sognare.
Recessione è mancanza di cambiamento.
Recessione è la giustizia…
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“Per ripartire serve una fase Costituente Culturale e Politica”
Vecchi schemi da superare: società civile versus politica, movimenti contrapposti a partiti, spontaneismo contrò organizzazioni. Il tempo delle decisioni è ora. Solo una fase «costituente» culturale e politica potrà portare la sinistra italiana ed europea oltre la sconfitta epocale lasciataci in eredità del 1989. Cioè dal Novecento.
Nicola Fratoianni, Sel: Non siamo ricattabili
Nicola Fratoianni intervistato dal Manifesto, di Daniela Preziosi.
Una sintesi era possibile. Non l’hanno voluta. La risposta è un ricatto e noi non siamo ricattabili. Ci hanno detto: arrendetevi senza condizioni.
Sinistra Ecologia e Libertà - Faenza
Onorevole Nicola Fratoianni, Renzi vi ha cacciato dalle alleanze future. Ha detto: «Una maggioranza con chi mi accusa di stuprare la Costituzione non la farei: vinceremo le regionali senza di loro».
Sono basito. L’impressione è che Renzi fatichi a trovare gli argomenti alle obiezioni che noi facciamo e quindi ci voglia solo zittire. La sua è propaganda: noi non siamo Grillo, non parliamo di ’stupro alla Costituzione’ né di ’colpo di stato’. Critichiamo in modo duro una riforma che per noi è sbagliata. Le alleanze non c’entrano niente, continueremo a parlare di contenuti. Gli ricordo solo che senza i voti di Sel oggi a Palazzo Chigi ci sarebbe Forza Italia. E in molte realtà territoriali dove il centrosinistra è buon governo, avrebbero vinto le destre.
Lui è convinto che il suo Pd ce la farà da solo.
I democratici nei territori la pensano come lui? In Sardegna senza i voti…
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Cialtron Act – Renzi
Possiamo quindi valutare con lucidità il pericolo nel quale ci troviamo: stiamo sfasciando la Costituzione per nutrire il narcisismo infantile di un capo mandamento che certo non ha né il coraggio né la visione per rifiutare le regole dell’onorata società globale, ma neanche riesce a ubbidire con puntualità agli ordini che gli vengono dalla cupola.
Ogni giorno che passa il fil di fumo senza arrosto che abbaglia e nasconde prende le chiare forme della pochezza e dell’improvvisazione. Proprio di quella da bar che si lsi concretizzò nel ghe pensi mi di Berlusconi e che ora viene integrata con “ci pensa la politica” da Renzi. C’è da rimanere allibiti a sentire il guappo di Firenze, invelenito per le dichiarazioni di Cottarelli, ex Fmi e commissario alla spending review, il quale ha detto che si stanno dilapidando soldi che non ci sono: punto su un argomento davanti al quale occorre dare un minimo di corpo alla chiacchiera, Renzi si è lanciato in un gioco delle tre carte per confondere l’uditorio: prima “i numeri (della spending review ndr) sono quelli”, poi ” i numeri non sono un problema” e infatti ” non ci si deve incaponirsi sulle virgole” per concludere con l’acuta riflessione che non si deve lasciare che “gestire l’Italia…
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Sel avverte Renzi: “Si rompe tutto” (Salvatore Cannavò).
Nichi Vendola ieri lo aveva fatto capire delicatamente: “Vogliamo capire – aveva spiegato in una intervista a Repubblica – se il Pd ha scelto un’alleanza strategica e di lungo periodo con la destra. In quel caso ne trarremo le conseguenze”. Massimiliano Smeriglio, che di Sel è il capo dell’organizzazione e che governa da vicepresidente la Regione Lazio, sentito dal Fatto è più esplicito: “Siamo pronti a tutto, anche a rompere le alleanze locali. Ma non credo che il Pd arriverà a tanto”. SEL, DUNQUE, NON ARRETRA. Nel partito guidato da Vendola sembra che la scissione di Gennaro Migliore abbia conferito nuova energia: “Il mio rammarico, dice Smeriglio, è che poteva essere così fin dall’inizio della legislatura perché si può fare una battaglia dura anche con numeri esigui”. Il dato politico è sotto gli occhi di tutti: Sel sembrava marginalizzata e tramortita dall’esodo di deputati che l’hanno…
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