Non è un caso che sia stato proprio nel giorno dello sciopero generale che il governo si è improvvisamente svegliato e ha annunciato che combatterà la corruzione. Ora diranno che erano misure allo studio da giorni, forse settimane: la realtà è che senza la pressione dei milioni di lavoratori che hanno rinunciato a una giornata di stipendio e dei precari, studenti, pensionati, cittadini che sono scesi in piazza (ieri ma anche nelle settimane scorse), Matteo Renzi non avrebbe avuto bisogno di giocare la carta mediatica dell’inasprimento delle pene per i corrotti, molti dei quali fanno parte della casta che lo sostiene e finanza; e dunque non lo avrebbe fatto.
Primo ministro lo è ormai da quasi un anno. Difficile credere che non sapesse che c’è del marcio in Italia; molto marcio. Il decreto legge che ha emanato l’altro ieri e al quale i giornali hanno immediatamente dato enorme rilevanza (eclissando…
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